Alcune poesie

A seguire alcune poesie scritte.


Oscuri Silenzi
Alba tenebrosa
tramonto senza luce
viandante col fardello
SOS
salviamo le anime!
(Francesco Guzzi)


Pensieri
Io, cervello umano,
a volte penso e vado oltre,
ma oggi penso e il pensiero
mi si ferma all'orizzonte.
Mi sforzo per superare l'ostacolo.
Niente da fare.
Pensare oltre non riesco.
Brutta cosa fissare un punto morto
e non poter pensare.
(Francesco Guzzi)


Malattia
Modena
policlinico
ascensore
quarto piano
vita artificiale
morte naturale
(Francesco Guzzi)


Apocalisse
Pianeta terra unico lembo d'argilla.
Popoli in popoli unici esseri
suddivisi in razze,
popoli in salita popoli in ascesa.
Nubi al neutrone cavalcano morte
altri vestiti di spettro
combattono la morte.
Si odono grida di vendetta,
nella buia notte s'innalzano.
Gemiti strazianti e pianti infantili
accompagnano l'ora
ad una nuova alba:
l'alba con l'ora della nuova resa.
L'apocalisse inizia, non può bussare,
rompe, spalanca tutte le porte che vuole,
allora vedo anime che vanno
per tristi sentieri
e si domandano
quando troveranno la porta
della loro non amara sofferenza.
(Francesco Guzzi)

Realtà
Figlio del sud, vittima
quasi sempre dei miei romantici pensieri.
Io ho voluto bene al mondo,
ho pensato troppo alla troppa gente che soffre,
eppur se amo e voglio bene
son vittima del male
che non ho commesso.
Pensieri docili e surreali.
E' vero ciò che è vero?
Continuerò a vivere di cose che neanche
un fiore può credere!
Ma il nostro mondo non cambia:
quello che soffre rimane
e gli altri che sorridono
rimangono ignoti.
(Francesco Guzzi)


Suicida
Per tutto ciò.
Vedo, penso o sogno?
Ho visto e vedo miserabile ingiustizia:
cose che di giorno in giorno
non ti danno la forza di continuare.
Penso soltanto alla fine.
Ma tutto ciò non è permesso
e anche dopo morto
mi condanneranno.
Ma le vittime del riarmo nucleare
uguali a fame,
l'equilibrio sociomondiale
del forte contro il debole
sento la mia impotente deriva:
io cosciente
non fisicamente
sono suicida moralmente
anch'io morirò
giorno per giorno un po'
per tutto ciò che rappresento.
Allora domandatevi:
sarò o non sarò suicida?
(Francesco Guzzi)